Sofferenza e gioia: la serie D coglie il suo primo successo

09-11-2014 19:15 -

Riviera Samb volley - Mosca Helvia Recina 2000 3-1 (25-19, 25-22, 16-25, 25-21)

RIVIERA SAMB VOLLEY: Malavolta, Castelli, Cameli, Galasso S., Galasso A. (K), Tempera, Polinesi, Cimaroli, Palestini, Coccia, Capriotti, Malavolta (L1), Spinozzi (L2). Allenatore: Medico - Quercia.
MOSCA HELVIA RECINA 2000: Martusciello, Tamagnini, Verdicchio, Gioacchini, Provinciali, Cingolani (K), Piccinini, Campagnoli, Ranzuglia, Verdolini (L1), Mazzuferi (L2). All. Morresi - Gattafoni.
ARBITRO: Lombardi

Ci voleva. Tre punti importantissimi per la LMD Group Samb volley. I primi ottenuti in serie D. Importantissimi, per la classifica, per la fiducia, per la serenità, per il morale, per molte cose. Ovviamente, tre punti, nulla più: che non rimangano una monade, che, invece, rappresentino una spinta, uno slancio, un´onda per il presente, per il futuro.

Si affrontano due squadre giovani, lo si vede. Lo si vede dall´andamento della partita, dalle lunghe intermittenze che caratterizzano l´incontro. Luci che si accendono, si spengono, che baluginano a illuminare l´una o l´altra parte del campo, seguite da lande di oscurità. Ma è la Samb a saper spargere più chiarore sulla sua via: e il traguardo finale è meritato.
Lo starting six vede il rientro di Polinesi in banda accanto alla palleggiatrice e capitàno in campo Palestini, e l´inserimento di Siria Galasso come opposta; per il resto, tutto normale, coppia collaudata di centrali, con Coccia che, dolorante ad un ginocchio e tenuta forzatamente a riposo in settimana, stringe i denti e dà un buon contributo alla causa; Silvia Cameli conclude il duo di posti 4, Laura Malavolta è il primo libero.
Partita fra due formazioni ancora in attesa del primo acuto: un punto in più per l´Helvia, sconfitta solo al tie-break dalla Gemina. Vincere non è poco, una sola squadra rimarrà a zero nell´ apposita casella.

Allo start, è la Samb a scattare avanti. Bel turno di servizio di Polinesi sulla P4 avversaria. La ricezione maceratese fatica, così come la costruzione del gioco. Chiuse le opportunità di giocare al centro, non va l´attacco scontato in 4, la seconda linea non è incisiva, ne approfittano le rossoblù, che allungano prima sull´11-5, poi sul 15-7. Le rispettive fasi break risultano sicuramente più fruttuose dei cambi palla, pochissimi. L´inerzia sembra decisamente a favore delle locali, Cingolani però in battuta ricuce in parte lo strappo. Time-out casa sul 19-15, Macerata si avvicina, Capriotti entra per Polinesi, serve bene in salto, il parziale si chiude sul 25-19.
Seconda frazione ancora di marca rossoblù. Le rivierasche cercano di nuovo di fuggire a metà set, le ospiti si tengono il più possibile appigliate all´incontro, ma risultano oltremodo fallose, anche al servizio. Gestisce meglio la Riviera Samb, che oscilla però nel finale, non riuscendo a concretizzare la prima opportunità per chiudere, conquistata da una strepitosa diagonale lunga di Cameli, e vedendosi pericolosamente risucchiare dalle giovani maceratesi, che vanno a segno tre volte consecutive: attacco, servizio, attacco. Situazione scottante: e quando la ricezione di Polinesi, in mezzo ai respiri sospesi di tutto il pubblico, ferma la sua parabola ascendente a qualche millimetro dal soffitto delle Curzi, senza toccarlo, lo si capisce, è quella l´occasione da sfruttare: Palestini si affida a Coccia, che, nonostante il dolore, non tradisce: è 2-0.
Ma non bisogna mollare. E invece, un assoluto buio scende come una lacrima improvvisa sulla squadra sambenedettese. Nulla funziona più, a partire dall´atteggiamento, più rilassato prima, troppo remissivo, poi; dall´altra parte, Martusciello e compagne spingono sull´acceleratore dal primo secondo, facendo salire la qualità del servizio e riducendo gli errori. Medico prova a mischiare le carte, prima con Capriotti, il cui ingresso stavolta non è positivo, poi con capitan Galasso in regia, in campo anche Spinozzi come libero per Malavolta, ma nulla, il set fluisce a senso unico, senza deviazioni al suo corso.

Quarto set appassionante. Anche nel suo primo senso etimologico: pathein, soffrire. Soffrire di quella sofferenza che ti dà lo sport, quella sofferenza che può essere così frammista in ogni istante alla gioia che neanche riesci a distinguere l´una dall´altra. Ma è normale: da un certo punto di vista, sofferenza e gioia sono la stessa cosa.
Sofferenza, perché l´Helvia anche stavolta parte fortissimo, e la Riviera subisce. Passivamente: di nuovo la stessa radice, pathein.
3-9, 5-11, 7-13.
Ma in una superba - e, ovviamente, folle - oscillazione di significato, giunge, invocata come l´aurora, una svolta, una rivoluzione che muta l´andamento, emotivo prima ancora che tecnico, dell´incontro. Bravo Medico a sfruttare nel momento giusto le atlete a sua disposizione: Cimaroli sostituisce Siria Galasso e si fa sentire a muro, Malavolta rileva Tempera e il suo apporto è eccellente: concentrazione, consapevolezza, determinazione, tanta umiltà. La centrale rossoblù è attentissima a muro, insidiosa al servizio, decisiva in copertura, pungente anche in attacco, allorché, in un momento delicatissimo, estrae dalle proprie potenzialità - come una scultura dal marmo - un profondo colpo che va a lambire, chiaramente dall´interno, l´incontro delle righe in posto 5. Bellissimo, nel contesto generale, l´incrocio, la contaminazione tra follia e ragione.
E´ in questo impasto emozionale che la Riviera Samb volley va a cogliere il suo primo sorriso: con un ultimo volo ancora spolverato di brividi, il rientro di Galasso, il suo servizio che sfiora il nastro per poi cadere sulla riga, il contrasto a rete vincente di Coccia, lo sconsiderato appoggio in palleggio ancora di Galasso, infine Cameli, autrice di una ottima partita, che ancora con una diagonale su palla difficile, va a chiudere questo dimenarsi di emozioni dandogli un´ ultima sfumatura di senso.
Finisce 3-1, ci si abbraccia, si salta tutti insieme, si festeggia la prima vittoria: adesso, dimentichiamo tutto e continuiamo a lavorare, sabato ci attende una nuova sfida.

Online anche la fotogallery del match, scatti a cura di Manrico Sbaffoni